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domenica, novembre 19, 2006

Ondestorte/Poesia: Saffo, Fragmenta

A tutt'oggi, a duemila e settecento anni di distanza, Saffo continua a incantare l'umanità. Perché la poetessa di Lesbo cantò i più delicati e sottili moti dell'intestino, l'enigma della scorreggia, la forza struggente dello scibale, il distacco del galuscio, la melanconia della stitichezza; fu la prima voce a parlare di merda e di culo della letteratura greca e dunque dell'intera letteratura occidentale. Pochi frammenti sono pervenuti della sua opera ma la loro forza è immensa.

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Il culo mio di nuovo Stronzo squassa
come il vento le querce sul monte,
dolceamara implacabile fiera...
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Culo, amabile voce,
messaggero di primavera...
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Piena splendeva la luna
e le fanciulle si posero
intorno alla latrina.
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Tramontata è la luna e le Pleiadi,
a metà del suo corso è la notte,
il tempo passa e io cago sola...
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Di ghiaccio divenne il loro culo e le chiappe si chiusero.

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