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sabato, marzo 29, 2008

Il culo non esiste

Afferisce bene il Vissani postulando che la merda esca dal culo, assumendo l'enunciato come fondativo di una congerie di teoremi prevalentemente orientati al determinismo nei flussi e nei ricircoli del culo e della merda; Tuttavia, analizzando epistemologicamente il problema, occorrerebbe postulare dapprima l'esistenza del culo senza assumerla ab antiquo.
Risulta infatti evidente che una teoria che confutasse l'esistenza del culo inficierebbe conseguentemente tutte le declinazioni relative all'agire del culo e alla sua precipua funzione quale la produzione della merda.
Nel Tractatus de Analis Ontolgiae il Falqui assume che il culo nella sua totalità venga ad essere composto di natiche, sfintere e buco. Prendiamo pure per buona la definizione falquiana, ma veniamo considerando: qual di questi attributi consiste essenzialmente nell'essere culo e ne reca l'essenza? Non certo le natiche, senza le quali non si potrebbe certo emettere il noto enunciato "Che bel culo" poichè in questo caso son proprio le natiche a definirne la forma e la piacevolezza ma, comme si vedrà, non sono affatto costituenti fondativi del culo. Rammentiamo infatti che le azioni primarie del culo sono:
l'emissione della merda
l'emissione dei gas
la penetrazione tramite il cazzo
la penetrazione tramite oggetti

Trattansi tutte di funzioni ascrivibili al buco (giacchè lo sfintere regola le attività suddette e le consente, ma non ne costituisce il locus, caratteristica che invece è propria del buco).
E' dunque il buco a procurare platonicamente l'idea di culo. E' il buco a procurare la culità al culo. Un culo senza buco non è un culo, quando invece continua ad esserlo senza le natiche o lo sfintere.
Certo, in tal caso si ratta di culi malformati, cadenti o slabbrati, ma pur sempre di culi. Da cui la non necessità di natiche e sfinteri e la assoluta necessità ed essenzialità del buco per arrivare ad istituire ontologicamente l'ente "culo".

Postuliamo quindi:
buco=culo.

Ma il buco è per definizione una atopia, un vacuum, una assenza. Quindi una non esistenza, almeno sul piano della manifestazione fenomenologica. Da cui quindi occorre affermare per logica deduzione l'assenza del culo (in quanto privo di riscontri consistenziali) e in definitiva la sua non esitenza; o in alternativa postularne la sua esistenza sul mero piano ideale.
In entrambi i casi la teoria del Vissani verrebbe ad essere confutata riducendosi nel primo caso ad un vero e proprio falso teoretico, nel secondo ad un enunciato di carattere ideologico o peggio ad una sorta di credo fideistico.

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