Gentem quidem nullam video neque tam humanam atque doctam neque tam immanem tamque barbaram, quae non significari futura et a quibusdam intellegi praedicique posse censeat. Principio Assyrii, ut ab ultimis auctoritatem repetam, propter planitiam magnitudinemque regionum quas incolebant, cum caelum ex omni parte patens atque apertum intuerentur, traiectiones motusque stellarum observitaverunt, quibus notati, quid cuique significaretur memoriae prodiderunt. Qua in natione Chaldaei, non ex artis sed ex gentis vocabulo nominati, diuturna observatione siderum scientiam putantur effecisse, ut praedici posset, quid cuique eventurum et quo quisque fato natus esset.
Non conosco, in verità, alcun popolo, dai più civili e colti fino ai più incivili e barbari, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano alcuni capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo. Incominciamo dalle testimonianze più antiche. Per primi gli Assiri, abitando vasti territori pianeggianti e potendo perciò vedere il cielo aperto fino all'orizzonte in ogni direzione, osservarono continuamente i passaggi e i moti delle stelle, e, dopo averli annotati, tramandarono ai posteri quale significato avessero per ciascun individuo. Tra gli Assiri, si ritiene che in particolare i Caldèi - nome di una gente, non della loro arte - con l'incessante osservazione delle stelle abbiano fondato una scienza che permetteva di predire che cosa sarebbe accaduto a ciascuno e con quale destino ciascuno era nato.
8 commenti:
ma se continuatibus a faciere testis minchiae, cum cazzus che adero! (ne vocatus, neque non vocatus)
Si vede che è un avvocato!
E siccome la presenza divina antecede ogni attesa o richiesta umana, speriamo che Deus aderat atque ad piccum palamque illum mittat.
Gentem quidem nullam video neque tam humanam atque doctam neque tam immanem tamque barbaram, quae non significari futura et a quibusdam intellegi praedicique posse censeat. Principio Assyrii, ut ab ultimis auctoritatem repetam, propter planitiam magnitudinemque regionum quas incolebant, cum caelum ex omni parte patens atque apertum intuerentur, traiectiones motusque stellarum observitaverunt, quibus notati, quid cuique significaretur memoriae prodiderunt. Qua in natione Chaldaei, non ex artis sed ex gentis vocabulo nominati, diuturna observatione siderum scientiam putantur effecisse, ut praedici posset, quid cuique eventurum et quo quisque fato natus esset.
Kapisc un Kazz
Non conosco, in verità, alcun popolo, dai più civili e colti fino ai più incivili e barbari, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano alcuni capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo. Incominciamo dalle testimonianze più antiche. Per primi gli Assiri, abitando vasti territori pianeggianti e potendo perciò vedere il cielo aperto fino all'orizzonte in ogni direzione, osservarono continuamente i passaggi e i moti delle stelle, e, dopo averli annotati, tramandarono ai posteri quale significato avessero per ciascun individuo. Tra gli Assiri, si ritiene che in particolare i Caldèi - nome di una gente, non della loro arte - con l'incessante osservazione delle stelle abbiano fondato una scienza che permetteva di predire che cosa sarebbe accaduto a ciascuno e con quale destino ciascuno era nato.
Grazie ma non kapisc un kazz li stess
col latino e con l'inglese, vaffanculo per un mese.
con l'inglese e col latino, prendi in culo un bel trenino.
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