venerdì, novembre 23, 2007
Il doppio come aberrazione
Jorge Luis Borges sostiene che gli specchi siano immorali, in quanto duplicano e divulgano l'umanità, al pari della copula.
Immorale, perchè ad ogni replicazione si pone il problema del valore dell'oggetto originale che si è andati a replicare; quando questa replica è sufficientemente distante dall'originale viene definito arte: contiene in sè il potere di evocare l'originale senza renderlo presente, senza rappresentarlo, appunto. L'arte rappresentativa, cosiddetta verista, infatti, è abbastanza immorale. Quando questa replicazione avviene per vie convenzionali e produce un nuovo multiplo assolutamente diverso dagli originali viene chiamata gravidanza. Quando questa replica si avvicina molto all'originale viene definita clonazione; in questo caso la rappresentazione assume un valore ancora più incisivo e schizogeno in quanto avviene fatta de facto al cospetto dell'originale, il quale nell'atto di osservarsi, vede trasfigurata la propria identità in un altrove, perdendo addirittura la convinzione di essere l'originale. L'alienazione è in fondo una forma di riconoscimento di se stessi negli altri, e questo sarebbe indubbiamente un aspetto di evoluzione sociale se non fosse accompagnato da una delega...
Per questo la replicazione ha qualche cosa di mostruoso in nuce... una delega di identità, come se l'atavico senso di colpa degli scolari copiatori assumesse dimensioni cosmiche: copiare è una colpa.
Ma tanto, a voi, brutte teste di cazzo, che vi parlo a fare?
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2 commenti:
Ma ca cazzo dice !
Mi farò una doppia sega davanti alla foto della doppia fica !
Tutta 'sta filosofia ?
Meglio e' tricche ballacche !
Che l'altro giorno ho visto una mia sosia quasi come a me uguale giuro e ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti:"Senti un po'sei immorale?" E lui e io ho detto "Esatto, mi hai copiato,che tu sei al cospetto del tuo originale"
Che lui non è mio fratello gemello dello zigota, va bene?
Vostro Derecchi
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