E' stato acquistato da un magnate sovietico l'ultimo capolavoro di Tarzan Picazzo Bloomfiled, l'artista circasso che ha dedicato ad Ondestorte le sue opere più celebri. L'opera di cui stiamo parlando si intitola "sputo" èd è stata giudicata la nuova gioconda sia da Achille Bollito Oliva sia da Vittorio Scarpi.Fulvio Carioli ha detto che tutta l'arte precedente andrebbe buttata via, mentre Philippe Davorio, l'unico critico realizzato in zanna d'elefante, ha detto che Tarzan Picazzo Bloomfield è l'unico erede di Leopardo da Vinci, il felino che dipinse la Cappella Cristina, nella quale il Papa riceve appunto da Tarzan Picazzo Bloomfield e da Philippe Davorio il dono del Vello Sacro di Selinunte, a suggello del rinnovo incommensurabile dell'arte sacra.
Con "sputo" Tarzan Picazzo Bloomfield sistema una pietra emiliana nel panorama dell'arte. Si tratta di un'opera enigmatica, densa di sensi secondi, che richiama sostanzialmente lo sputo.
Dopo essere stata esposta al MOBU (Modern Art Museum of Busalla) e al MACMOC (Modern Art Compilation of Moconesi), l'opera sarà esposta al Termitage di Timbuctu prima di finire nel castello del petroliere russo Sergej Galuchovich Kulachowsky.
4 commenti:
Con "sputo." il circasso Bloomfield ha voluto fare una precisazione netta sull'arte, "sputo." è un capolavoro senza pari, è evidente un imperativo ossessivo dell'artista nel terminare le cose una volta per tutte, perchè il vero capolavoro non è la parola in se stessa, ma il punto alla fine, un punto che segna la fine di un'era di schifo concentrata in quello che l'artista ha provocatoriamente chiamato "lo scracco della demenza del pirla del cazzo porco della merda infame".
Tarzan Picazzo è un genio, un genio che ha concentrato la vita di merda dell'uomo medio in un punto dopo uno scracco.
Nannuccio Pergolari ha ragione: "lo scracco della demenza del pirla del cazzo porco della merda infame" è l'assunto ontologico su cui si fonda la mia arte.
Tuttavia non trascurerei anche "il catarro lurido della merda del mentecatto morto nel culo del diavolo", enunciato anch'esso capace di testimoniare quello che il Pergolari chiama "un imperativo ossessivo dell'artista nel terminare le cose una volta per tutte" e, aggiungo io, terminarle a cazzo di cane.
mi si allaga la bernarda al cospetto
...nel suo quasi ossessivo assemblare svariati elementi per null’altro rappresentare che gli espettorati stessi, sfruttando come mero espediente anche fonti esoteriche svuotate però d’ogni misticismo... [l'artista] pone l’accento non già sull’impatto estetico, che pure è garantito dalla studiata composizione e da scelte cromatiche di estrema sintesi, ma sul processo creativo stesso. Lo stupore nasce dalla
minuziosa programmazione degli spazi, dalla necessaria meticolosità che l'impaginato richiede, dai tempi di esecuzione necessariamente non al passo con quelli attuali. (Pierlancillotto Fenu)
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