Al Teatro della Natica torna in scena "la congiura dei Satrapi inculatori" di Esculo, con la regia di Matamoro Sbrillanzoni. Si tratta di un adattamento della prima delle tre tragedie di Esculo che compongono la cosiddetta "Trilogia dell'Inculàgine" composta da "Satrapo inculante", "Il culo dei Satrapi" ed infine l'epilogica "Satrapo inculato", nella quale alla fine il sacro ed inviolabile Ano dei Satrapi viene immolato agli dei dell'Olimpo in cambio dell'immortalità.
Nella messa in scena di Sbrillanzoni si rappresenta l'intera strage anale degli antichi imperi medi e persiani, incluso l'impero aculmenide, quello dei Sasanidi ed alcuni regni ellenistici che eressero Templi a Sfinterio, il dio del Culo, cui sacerdoti erano appunto i Satrapi Inculatori che erano soliti inculare chiunque si trovassero davanti. I satrapi persiani avevano anche la consuetudine di infilare nel culo dei proseliti delle monete con la propria immagine o il proprio nome. Questa coreografia un po' ingenua nascondeva in realtà il terribile Segreto dei Satrapi, il patto con gli dei suggellato da un culo penetrato per errore da una freccia di Eros e costretto a vagare nell'Ade alla ricerca di un fallo che lo penetrasse. "Niente come quest'opera ha mai dato così tanto valore e tanta dignità al culo - ha detto il critico Imbeciro Scorzamonnezzi. - Sappiamo che nell'antichità classica il culo era praticamente il centro del mondo, ed ora, grazie a Sbrillanzoni, lo possiamo nuovamente scoprire"
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