E' stato finalmente varato il decreto per la liberalizzazione del mercato della merda. Fino a ieri la merda è stata un bene-rifugio che la gente conservava in casa o nelle cassette di sicurezza quale sicurezza messa in cassaforte per i periodi di stitichezza. Ma con il decreto Liberamerda come già è accaduto per l'oro, stanno aprendo centinaia e centinaia di negozi, pronti a sottopagare la merda messa via in tanti anni di sacrifici dai cagatori italiani.
Il fenomeno dei “compro merda” si sta diffondendo a ritmo sostenuto.
AIRSM (Associazione Italiana Responsabili Sicurezza Merda) e ANOPM (Associazione Nazionale Operatori Professionali Merda), scendono in campo contro questo fenomeno, per cercare di controllare e di regolamentare le attività che, secondo un censimento da loro effettuato nel novembre 2013, erano circa 6 in tutta Italia con un giro d’affari di 7/8 miliardi di euro e la crescita è in costante aumento, stimata attorno al 22,5% su base nazionale.
Secondo operazioni condotte dalla Polizia Fognaria, il 60% di queste attività è soggetto ad infiltrazione criminale ed è correlato a fenomeni delinquenziali quali il riciclaggio di escrementi derivanti da cagate dei mafiosi, la ricagazione e l’evasione fognaria.
L’assenza di una normativa ben articolata permette a chiunque, in poco tempo, di diventare titolare di un “Compro Merda”
Su oltre 20.000 domande registrate nel gennaio 2014 soltanto 346 erano registrate all’Albo Professionale Commercianti di Merda.
Il Ministro delle Acque Nere Anna Merdia Cagaspari, rispetto a questo mercato, ha sottolineato la “pericolosità” e l’esponenziale crescita di fetori pestilenziali.
Non va però trascurato che un mercato di questa portata potrebbe portare nel Merdario dello Stato oltre 25 miliardi di tonnellate di merda annue che servirebbero anche per alimentare di riflesso la Federal Reserve Mondiale di Merda con un +3,2% su base europea.
6 commenti:
Dai diamanti non nasce niente, dalla merda nascono i fior
Fatti i cazzi tuoi
Fanculo Aurum
Non valete un cazzo
andate tutti a fare in culo
anzi IN CULUM
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